Pene più severe che garantiscono possibilità di arresto e di intercettazione grazie alla previsione di reati più aderenti alla specifica materia; possibilità di aggredire i patrimoni accumulati dalle organizzazioni criminali dedite al traffico illecito di beni culturali; operazioni sotto copertura e sulle reti, strumenti indispensabili per progredire concretamente nella tutela del patrimonio culturale elevandola ai livelli richiesti dalla comunità internazionale. Sono queste alcune delle nuove norme contenute nel disegno di legge Franceschini-Orlando (che riforma le sanzioni in materia di reati contro il patrimonio culturale) che sarà discusso e votato in commissione Giustizia nelle prossime settimane per approdare in aula nel mese di giugno. Un provvedimento, ha sottolineato Fabrizio Parrulli (comandante del Comando Carabinieri Tutela del patrimonio culturale) nel corso della sua audizione presso la commissione Giustizia della Camera, con cui “l’Italia si pone all’avanguardia a livello internazionale”. Parrulli ha ricordato che al momento il principale strumento normativo alla base delle complesse investigazioni dei Carabinieri del Comando è rappresentato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Ma, ha spiegato, “il limitato rigore sanzionatorio della legislazione speciale tuttavia spesso la rende meno incisiva rispetto alle norme del Codice Penale, che paradossalmente meglio si adattano alo sviluppo delle indagini sul patrimonio culturale. Per ottenere migliori risultati investigativi occorre così come previsto dal ddl in esame, che siano introdotte previsioni di reati specifici oggi non presenti, né nel Codice Penale né nel Codice dei beni culturali”.
Tra questi, ha spiegato, “il furto, la ricettazione, il traffico illecito di beni culturali, il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione di metalli (metal detector) nelle aree archeologiche. Vi è la necessità che sia stabilito un trattamento sanzionatorio improntato alla maggiore severità per chi commette delitti contro il patrimonio culturale. L’aumento delle pene non è fine a se stesso ma ha un effetto di trascinamento utile sugli strumenti processuali, tra i quali l’arresto in flagranza, il processo per direttissima e le intercettazioni telefoniche. Sempre in questo senso l’introduzione del delitto di distruzione, danneggiamento, deturpamento, imbrattamento dei beni culturali e paesaggistici, potrà fornire alla polizia giudiziaria maggiori possibilità di successo nella lotta a questo tipo di reati. Il ddl prevede infatti tali delitti punibili anche a titolo di colpa e procedibili d’ufficio in considerazione del preminente interesse pubblico alla prevenzione e alla repressione di queste condotte. Il disegno di legge razionalizza anche la materia degli sconti di pena e dei benefici per chi collabora con la giustizia e permette il recupero di beni trafugati”.
Infine il ddl Franceschini-Orlando “prevede che si possa fare uso di strumenti di maggiore efficacia per perseguire questi reati come le operazioni sotto copertura e l’attivazione di siti civetta su internet. Le nuove norme introducono quindi finalmente strumenti efficaci e moderni per contrastare reati contro il patrimonio culturale. Un provvedimento molto importante non solo per l’Italia ma per l’intera comunità internazionale dal momento che questi reati, oggi più che mai, non conoscono limiti territoriali. Con queste nuove norme l’Italia si pone all’avanguardia a livello internazionale”.
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