
“La guerra provoca morte, sofferenza umana e distruzioni inimmaginabili, e il diritto internazionale, che dovrebbe risparmiare i civili, le scuole e i luoghi di cultura, viene regolarmente violato. La crisi umanitaria che ha colpito l’Ucraina, eccezionale per la sua improvvisa gravità, ne è un doloroso promemoria. Di fronte a questa situazione, abbiamo la responsabilità di unirci nella cooperazione e nella solidarietà per sostenere tutte le persone colpite. La nostra azione in questi tempi tragici è importante perché conserva i semi della pace di domani. È ora che dobbiamo fare tutto il possibile affinché questi beni comuni, attorno ai quali ruota il mandato dell’Unesco, non siano ridotti in polvere. L’istruzione, la scienza, la cultura, l’informazione saranno essenziali per ricostruire la pace”. Così la Direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, nella prefazione al report dell’Unesco pubblicato in occasione del primo anno della guerra in Ucraina. Nel documento vengono illustrate le misure di emergenza messe in atto dall’Unesco, soprattutto a fronte dei danni al patrimonio culturale ma presenta anche le prossime tappe del lavoro in Ucraina, soprattutto per preparare la ripresa del Paese.
Al 15 febbraio 2023, l’Unesco ha verificato i danni a 240 siti dal 24 febbraio 2022: 105 siti religiosi, 18 musei, 86 edifici di interesse storico e/o artistico, 19 monumenti, 12 biblioteche. In un anno, l’Unesco ha mobilitato più di 20 milioni di dollari, con il sostegno dei suoi Stati membri e di altri partner, per attuare azioni concrete sul campo, che rispondono alle esigenze espresse dai professionisti e dalla popolazione. Altri 10 milioni di dollari saranno mobilitati a partire da febbraio 2023.
“La protezione del patrimonio culturale in Ucraina – si legge nel rapporto – è fondamentale non solo perché il patrimonio è una testimonianza del passato, ma anche perché è un catalizzatore per la pace e la coesione future, il fondamento dell’identità e del senso di appartenenza ucraini. La risposta dell’Unesco si concentra su tutti i settori chiave del patrimonio: consulenza ai professionisti su come proteggere gli edifici, fornitura di attrezzature protettive, digitalizzazione delle opere d’arte e degli archivi, coordinamento della lotta contro il traffico illecito di beni culturali e valutazione dei danni. La priorità: prevenire la distruzione e il saccheggio. Fin dall’inizio della guerra, gli esperti dell’Unesco hanno fornito consulenza ai professionisti della cultura ucraini su come mettere in sicurezza gli edifici, migliorare i sistemi antincendio e identificare rifugi sicuri per le opere d’arte che potevano essere spostate. L’Organizzazione ha anche consegnato materiale protettivo per le facciate degli edifici culturali e per le opere d’arte all’aperto, come le statue, nonché generatori elettrici. L’Unesco ha sostenuto le autorità nel contrassegnare i siti culturali con l’emblema dello Scudo Blu della Convenzione del 1954, che indica che questi sono sotto la protezione del diritto internazionale e che il loro danneggiamento può portare a un’azione penale. L’Organizzazione ha anche fornito lavori di riparazione urgenti per i siti culturali, ad esempio a Kharkiv, Kyiv e Odessa. Sono già stati riparati la Galleria d’Arte di Kiev, il Museo di Storia Naturale, il Museo Shevchenko, il Museo Khanenko e il Museo delle Belle Arti di Odesa. Ulteriori interventi sono previsti per il Museo Skovoroda nella regione di Kharkiv”.
Odessa iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha deciso, nel gennaio 2023, di iscrivere il Centro Storico di Odessa nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo. Questa decisione ha riconosciuto l’eccezionale valore universale del sito e il dovere di tutta l’umanità di proteggerlo. In considerazione delle minacce che incombono sulla città dall’inizio della guerra, il Comitato ha utilizzato una procedura d’emergenza prevista dalle Linee guida operative della Convenzione sul Patrimonio Mondiale. Già nell’estate del 2022, l’UNESCO ha messo in contatto esperti internazionali con esperti ucraini per preparare la candidatura, con il supporto di Italia e Grecia.
Una crisi nascosta: il traffico illecito di beni culturali
Nell’aprile 2022, a meno di due mesi dall’inizio della guerra, l’Unesco e i suoi partner hanno lanciato un appello internazionale per prevenire il traffico illecito di beni culturali ucraini, nel quadro della Convenzione Unesco del 1970. In questo ambito, l’Unesco svolge un’azione di advocacy nei confronti dei venditori d’arte e dell’opinione pubblica interessata al commercio di beni culturali, formando al contempo professionisti e agenti di polizia per prevenire e smantellare il traffico. Un esempio recente: dal 18 al 20 gennaio 2023, a Varsavia, l’UNESCO ha formato le forze di polizia, la magistratura e i rappresentanti culturali di Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ucraina. L’ordine del giorno prevedeva presentazioni sulle specificità del patrimonio culturale ucraino, in particolare icone religiose, monete antiche e manufatti archeologici, nonché sugli oggetti della Lista Rossa ICOM degli oggetti culturali a rischio in Ucraina. La formazione ha rafforzato la rete tra i Paesi confinanti con l’Ucraina.
Oltre a proteggere il patrimonio materiale, l’Unesco ha sostenuto gli artisti e i professionisti della cultura in Ucraina affinché continuino le loro attività creative: essi hanno un ruolo essenziale per la coesione della società, per la resistenza di fronte alle tragedie, per mantenere viva la speranza. In particolare, sono stati decisi: una sovvenzione agli artisti per continuare a creare in Ucraina; Programma europeo di ospitalità per donne artiste rifugiate.