Potrebbe vedere la luce a Bologna, nel giro di un anno, il primo museo al mondo dedicato alle figurine di calcio. L’iniziativa lanciata da due collezionisti “doc” del settore, Emiliano Nanni e Gianni Bellini, è alle fasi preliminari, ma ha già incontrato il plauso e l’appoggio di enti locali e sostenitori privati. “Football Stickers Museum”, questo il nome prescelto per quella che, nei propositi dei fondatori, punta a diventare una sorta di “cattedrale” per le centinaia di migliaia di collezionisti del settore sparsi nei cinque continenti. “Il seme è gettato, adesso si tratta di innaffiarlo a dovere e aspettare che la pianta cresca – racconta Nanni, direttore ‘in pectore’, ad AgCult -. Lo scopo, piuttosto che mettere in piedi un semplice museo delle figurine, è quello di raccontare la storia del calcio attraverso le figurine”. Ecco perché il progetto punta a un pubblico che va oltre la cerchia dei semplici collezionisti. “Chi, almeno una volta nella vita -ricorda Nanni -, non ha comprato o maneggiato una figurina?”.
“UN CATALOGO DI ALBUM UNICO AL MONDO”
L’idea, originale, è quella di far conoscere il calcio europeo e non solo, dagli anni Cinquanta a oggi, attraverso gli album di figurine della Panini e di altre case editrici nazionali e internazionali. “Siamo pronti a mettere in campo un catalogo di album unico al mondo”, assicura Nanni. Protagonista assoluto del museo sarà il materiale posseduto da Gianni Bellini, riconosciuto come il collezionista numero uno a livello mondiale di album di figurine calcistici. Bellini, possessore di oltre 4.000 pezzi unici provenienti da tutte le parti del globo, è stato intervistato di recente dalla Cnn ed è stato protagonista di uno speciale di History Channel mandato in onda in vista dei prossimi Mondiali di Russia. Tra le innumerevoli “chicche” di Bellini, oltre a figurine provenienti dalla lontana Oceania, c’è anche un album sul campionato inglese di metà anni Novanta, prodotto dalla Panini. Pochi giorni dopo essere stato stampato, la casa modenese perse i diritti di pubblicazione in Inghilterra e l’album fu ritirato dal mercato. Una di quelle pochissime copie circolate sarà tra i pezzi pregiati esposti.
PROPOSTE ANCHE DA SVIZZERA E INGHILTERRA
L’obiettivo è quello di aprire il museo a Bologna nel 2019. Non mancano, comunque, soluzioni alternative. “Stiamo valutando diverse situazioni – rivela Nanni -. Abbiamo alcune proposte da altre città italiane e addirittura dall’Inghilterra e dalla Svizzera. Ci terrei però a farlo a Bologna per una serie di ragioni: è la mia città, è un centro che negli ultimi anni ha fatto passi da giganti a livello di promozione del turismo internazionale, ed è comoda da raggiungere con tutti i mezzi di trasporto. Inoltre Bellini è nativo della vicina Modena, dove ha pure sede la Panini che ha inventato la figurina moderna. Insomma, non credo possa esserci posto migliore che questo. Se poi saltasse questa opzione, valuteremmo anche l’ipotesi estera”. Riguardo la data di apertura, nel giugno 2019 in Italia ci sono gli Europei under 21 con la fase finale che si disputerà proprio a Bologna. Nel giugno 2020, invece, si svolgerà il campionato Europeo che l’Uefa, per celebrare i 60 anni dalla prima edizione, ha organizzato in forma itinerante per tutto il continente con sede della prima partita allo stadio Olimpico di Roma. “Noi ci siamo posti l’obiettivo di essere operativi per il primo evento o al massimo per l’altro -spiega Nanni -. La decisione finale verrà presa entro la fine di questa estate”.
IL MUSEO POTREBBE SORGERE NELLO STADIO DALL’ARA
Se la scelta dovesse cadere su Bologna, sono in ballo diversi posti dove far sorgere il museo. “Con il Comune ci siamo già sentiti, attraverso l’assessore alla Cultura, promozione della città, sport, immaginazione civica e patrimonio Matteo Lepore, che ha dimostrato estremo interesse per il museo – racconta Nanni -. Stanno studiando delle soluzioni e torneremo a incontrarci prima di luglio. Nel caso dovesse andare in porto la soluzione con il Comune, allora apriremo pure un canale con la Regione Emilia-Romagna, anche perché il presidente Stefano Bonaccini è un appassionato di calcio”. Non è escluso che alla fine il museo possa trovare spazio nello stadio Dall’Ara. “Proprio in questi giorni stiamo lavorando per creare un contatto con la società del Bologna Calcio – dichiara Nanni -, per capire se vi possa essere uno spazio all’interno dell’impianto. Personalmente preferisco questa soluzione, sia perché non esiste casa migliore che uno stadio per un museo dedicato al calcio, sia perché il Dall’Ara sta per essere ristrutturato e potrebbe essere l’occasione per costruirvi dei locali espositivi”.
COSTI CONTENUTI PER L’APERTURA DEL MUSEO
Riguardo i finanziamenti, “quando sono andato a parlare con l’assessore Lepore ho subito messo in chiaro che non lo incontravo per elemosinare fondi – puntualizza Nanni -. Gli enti locali, si sa, hanno grandi difficoltà economiche. E poi siamo consapevoli che gli enti pubblici hanno tempi tecnici, per erogare soldi, molto lunghi. Quindi, se ci dovessimo basare sui loro finanziamenti, il museo aprirebbe alle calende greche. Ci sono una serie di soggetti privati ed aziende medio-grandi che hanno mostrato attenzione al progetto e attraverso il sostegno di alcuni sponsor siamo pronti a partire appena si risolve la questione della sede”. Inoltre, prosegue Nanni, “il materiale esposto sarà principalmente composto dalla collezione di Bellini fornita a titolo gratuito dalla famiglia. Per cui, a differenza dei musei tradizionali, abbiamo già il vantaggio di avere tutto il materiale a costo zero. Insomma, l’apertura e l’avviamento del museo avranno dei costi relativamente contenuti”.
COME SARA’ STRUTTURATO IL “FOOTBALL STICKERS MUSEUM”?
Come sarà strutturato il “Football Stickers Museum”? “Avrà la casa madre a Bologna o dove sarà, però non mancheranno le mostre itineranti – risponde Nanni -. Ad esempio, siamo già in contatto con il Comune di Mantova, nominata città europea dello sport per il 2019, per fare una mostra sul calcio”. Nella sede centrale il materiale sarà esposto in un’area permanente, strutturata per cronologia e aree geografiche, e in un’area temporanea. “A quest’ultima tengo tantissimo -sottolinea Nanni -. Il successo del museo dipende anche dal fatto di essere variabile. Un visitatore che torna dopo mesi deve trovare delle differenze. Così ogni tre-quattro mesi dedicheremo questo spazio a un preciso tema”. Di conseguenza anche gli album saranno esposti in maniera differente. “Nella parte permanente verranno mostrati di ‘faccia’, cioè di copertina, mentre nell’area temporanea saranno aperti, con la pagina dedicata a una determinata tematica, cioè un giocatore, un club o una nazione specifica su cui ci vogliamo focalizzare”. Prevista anche un’area marketing. “In Europa sono pochissimi i negozi dedicati alle figurine, che io sappia ce n’è uno a Malta – afferma Nanni -. Vogliamo dare ai visitatori del museo la possibilità di comprare, vendere, scambiare figurine o album completi. Non solo. Nel negozio ci sarà spazio anche per libri e memorabilia riguardanti il calcio”. Questa idea, “ha il mero obiettivo di aiutare il museo a proseguire la sua strada e a mantenerlo in vita. Anzi, invito le persone che vorranno sostenerlo, a regalarci magari i doppioni delle loro figurine”.
A GB E GERMANIA IL PRIMATO DI VENDITE DI FIGURINE
Quello del collezionismo di figurine è un “virus” benefico che colpisce da decenni generazioni di italiani. Sui numeri di questo fenomeno Nanni specifica: “Prima di tutto bisogna chiarire il termine collezionista. Se si parla di soggetti ‘sociopatici’ come il sottoscritto o Bellini, siamo in Italia probabilmente tra i venti e i trentamila. Se allarghiamo il concetto a chi compra semplicemente delle figurine, allora basti sapere che l’album dei calciatori ogni anno viaggia oltre il milione di vendite”. L’Italia, seppure abbia la Panini in casa propria, è uno dei mercati europei più forti ma non è al vertice. Il primato della vendita di figurine, infatti, è appannaggio di Gran Bretagna e Germania.