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“La difesa di un centro storico non si limita alla conservazione della consistenza materiale, ma riguarda anche la qualità dell’ambiente”. Lo ha stabilito la Quinta sezione del Consiglio di Stato confermando due sentenze del Tar Toscana e respingendo gli appelli di alcuni ambulanti dello storico mercato di San Lorenzo di Firenze. I titolari di circa un’ottantina di bancarelle avevano fatto ricorso contro gli atti dell’amministrazione comunale del 2011/13 con cui il Comune, per riqualificare l’area della basilica d’accordo con la Soprintendenza, aveva ordinato il trasloco dei banchi varando un nuovo Piano del commercio su area pubblica. Il Comune di Firenze aveva adottato queste disposizioni a causa dello svilimento generale del mercato, affermando che ne era andata smarrita la caratteristica tradizionale e l’equilibrio con il contesto della preziosa città d’arte, che finiva per subirne un danno.

L’iniziativa portata avanti dal Comune di Firenze è stata possibile grazie al varo, nel 2014, di una norma voluta dal ministro dei Beni Culturali e Turismo, Dario Franceschini. Lo stesso Franceschini in una recente intervista al Corrie della Sera ha anche ricordato come gli strumenti a disposizione degli amministratori locali ci siano: “I Comuni possono ricorrere al decreto legislativo 222/2016: permette loro di perimetrare parti di città ritenute di particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico in cui è possibile vietare l’apertura indiscriminata di alcune categorie merceologiche, incompatibili con la tutela. Lo strumento c’è, va usato”.

E nella stessa intervista il ministro ha anche richiamato la legge 124 del 7 agosto 2015, che mette nelle condizioni i comuni di spostare i venditori ambulanti dalle zone di pregio. Nel 2014, nel giorno della presentazione delle misure dell’ArtBonus, Franceschini spiegava come nel decreto ci fosse anche una norma “molto importante per garantire il decoro attorno ai monumenti”. “Grazie ad un semplice procedimento amministrativo – aggiungeva il ministro – i sindaci e le sovrintendenze potranno revocare le autorizzazioni ad ambulanti, camion, bar e bancarelle vicine ai monumenti”.

Si tratta, sottolineava Franceschini, di un “meccanismo efficace e non penalizzante per i commercianti che saranno indirizzati in altri luoghi o indennizzati, ma che serve a mettere ordine a quel caos che vediamo tutti i giorni nei pressi delle nostre eccellenze culturali”. I casi del Colosseo, spesso al centro di aspre polemiche, di Pompei, di Piazza San Marco e degli Uffizi, faceva notare ancora Franceschini, “sono sotto gli occhi di tutti e dimostrano l’urgenza di questa norma che sarà applicata in tutta Italia”.

E così ha fatto Firenze, con l’allora neosindaco Dario Nardella che negli stessi giorni giudicava l’intervento governativo “corretto” e precisava: “Si tratta di una norma molto importante a tutela della bellezza e del decoro delle città. Tutti devono poter godere del bello che ci circonda, senza restrizioni e in un contesto di decoro urbano, tanto più attorno a monumenti patrimonio del mondo”. Il Consiglio di Stato, oggi, gli ha dato una mano mettendo fine a una querelle che si trascinava da diversi anni.

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