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“Vogliamo discutere con il Governo ed in caso introdurre miglioramenti alla legge per portare al ritiro dell’impugnativa”. In caso contrario “difenderemo le nostre ragioni di fronte al giudice delle leggi”. Cristiano Erriu, assessore all’Urbanistica della Regione Sardegna, è protagonista negli ultimi giorni di un braccio di ferro con Palazzo Chigi e Ministero dei Beni culturali. Motivo del contendere l’approvazione da parte del Consiglio regionale sardo della legge 11 del 03/07/2017, recante “Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia”. Una “leggina di manutenzione”, la definisce Erriu, che modifica alcune norme burocratiche vecchie di 32 anni, dalle questioni legate alle destinazioni d’uso, all’efficientamento energetico, dal riuso del patrimonio edilizio dismesso alle riqualificazioni ambientali e paesaggistiche. Il Governo ha detto “no”, la legge è “in contrasto con le norme fondamentali in materia di paesaggio contenute nella legislazione statale” e quindi l’ha impugnata. Allo “scontro” si è aggiunto il Mibact, con il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, che ha rivendicato la fondatezza della scelta governativa. Oggi l’assessore Erriu ritorna sull’argomento in una intervista ad AgCult chiamando in causa direttamente il Mibact.

Erriu: “Interpretazioni diverse”

Erriu non ci sta e, dopo aver scritto una lettera al Ministro Dario Franceschini, spiega ad AgCult: “Apprezzo che la Sottosegretaria abbia accolto la richiesta del presidente Pigliaru al presidente del Consiglio Gentiloni, correggendo l’approccio e tornando sull’argomento in maniera ben diversa. È bene ricordare, a scanso di ulteriori equivoci, che oggetto dell’impugnativa non è la proposta di legge urbanistica in discussione in Consiglio Regionale, ma alcuni articoli della L.R.11/2017, una leggina che contiene norme di manutenzione di precedenti leggi in materia edilizia e urbanistica. Abbiamo spiegato più volte – aggiunge Erriu – che si tratta di un testo che introduce correttivi e specificazioni a norme già esistenti rese necessarie da incertezze o difficoltà applicative che tecnici, uffici, utenti hanno incontrato nella gestione delle attività urbanistico-edilizie e paesaggistiche, come dimostra il copioso contenzioso in materia. Nel merito sono in gioco interpretazioni diverse e noi riteniamo che quella data dallo Stato in questo momento sia incoerente anche con i precedenti atti del Mibact che governano tutta l’attività di redazione dei Piani paesaggistici oltre ai contenuti di diverse sentenze della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto come gli usi civici non più corrispondenti ai valori paesaggistici non possono bloccarne l’impiego per nuove forme sopravvenute e più attuali di interesse collettivo”.

Gli usi civici

L’assessore si dice “convinto di aver operato alla ricerca di soluzioni virtuose riconosciute peraltro, con grande onestà intellettuale anche dal Gruppo di intervento Giuridico Sardegna, una Associazione ambientalista tra le più attive e specializzate proprio sulla materia degli Usi civici. Sottolineiamo, da ultimo, che lo Stato ha sempre evitato di pronunciarsi sulle delicate e critiche questioni degli usi civici, addirittura censurando le norme della Sardegna volte a garantire il concerto con il Mibact e che si applicavano in situazioni di eccezionalità. Su questo va detto chiaramente – sottolinea Erriu – che la Regione Sardegna è in attesa dal 2009 che il Mibact batta un colpo. In attesa di definire un processo di co-pianificazione che consenta di valutare le perduranti esigenze di tutela: la co-pianificazione con il Mibact è stata infatti estesa a tutti i procedimenti amministrativi che riguardano i terreni gravati da uso civico. L’appello al confronto istituzionale improntato al principio di leale collaborazione è stato nostro fin da principio, così come lo è per la legge urbanistica che è ora all’attenzione del Consiglio regionale, ma che sia discussione sui fatti e non sul pregiudizio di asseriti ma inesistenti propositi cementificatori”.

“Abbiamo agito in buona fede”

“Avendo agito in piena buona fede, e nella convinzione di aver introdotto norme destinate alla soluzione di gravi ed eccezionali situazioni di criticità, riteniamo di poter discutere con il Governo e chiarirne la vera portata, eventualmente introducendo di comune accordo quei miglioramenti che potessero indurre al ritiro dell’impugnativa. Possiamo solo augurarci che il confronto, franco e diretto, di questi giorni tra il Governo e la Giunta Regionale serva a stabilire un piano di leale collaborazione istituzionale e eviti ulteriori fraintendimenti. In caso contrario – dice Erriu ad AgCult – difenderemo le nostre ragioni in sede eventuale di fronte al giudice delle leggi”.

I rapporti col Governo

L’impugnativa decisa dal Consiglio dei Ministri arriva proprio mentre in Regione si discute della nuova legge di governo del territorio, ma Erriu sottolinea che con il Governo non ci sono problemi. ” Per quanto mi consta – spiega – il rapporto è sempre stato buono e corretto anche laddove le posizioni sono divergenti come ad esempio la materia dell’attuazione dell’articolo 14 dello Statuto riguardante il trasferimento di beni statali alla Regione”.

I progetti futuri

In attesa che la questione trovi una soluzione Erriu parla dei progetti e delle politiche del suo assessorato. “La Sardegna – afferma – rappresenta un unicum territoriale, tanto sotto il profilo del paesaggio naturale che di quello antropico, le cui componenti sono troppo spesso considerate in maniera disaggregata e non sistemica. Ambiti naturali e seminaturali, archeologia tradizionale e industriale, architetture militari, civili e religiose, tradizioni popolari e cultura enogastronomica sono solo alcuni dei campi che richiedono politiche di valorizzazione e di comunicazione. Il primo obiettivo della Regione deve essere far uscire questi valori da una situazione di parcellizzazione settoriale e isolato spontaneismo affiancandone gli attori per il raggiungimento di una crescita sinergica”.

Così sono in campo diversi progetti. “Oltre alla citata legge di governo del territorio, che ha impegnato l’Assessorato in un lungo e intenso lavoro per rispondere a una richiesta ormai pluridecennale, sono stati avviati i lavori conoscitivi preparatori al lungamente atteso Piano Paesaggistico delle zone interne, che si basano su un attento studio dei paesaggi rurali della Sardegna e dei loro potenziali. La volontà da sempre comunicata, su questa materia è di presentare il Ppr per gli ambiti interni subito dopo la legge di governo del territorio proprio per evitare le tante difficoltà applicative riscontrate sugli ambiti di paesaggio costiero. È inoltre in attività un tavolo tecnico per la predisposizione di un Regolamento edilizio regionale unico oltre a una serie di progetti speciali per la riqualificazione di beni e aree urbane e periurbane degradate. Tra questi certamente vi sono i programmi integrati per il riordino urbano previsti dall’art. 40 della LR 8/2015 finalizzati al recupero ed alla valorizzazione di immobili sottoutilizzati per i quali sono stati accantonati oltre 25 milioni di euro che provvederemo ad assegnare ai Comuni con un bando di imminente pubblicazione. Sotto altro profilo, stiamo definendo la proposta di legge volta al riordino e raccolta in un unico testo della normativa per la gestione e valorizzazione del variegato ed importante patrimonio regionale, il cui proficuo utilizzo può rappresentare un volano per l’economia regionale. In tal senso, già nel mese di settembre, sottoscriveremo un importante Accordo di collaborazione con l’Agenzia del demanio per la valorizzazione dei Fari e delle Torri Costiere regionali e per aderire all’iniziativa Cammini e Percorsi volta alla valorizzazione del patrimonio regionale e degli Enti locali ricadente nella fascia di rispetto dei percorsi ciclopedonali e degli itinerari storico religiosi. Tale ultima iniziativa consentirà con strumenti normativi snelli ed efficaci, quali ad esempio il decreto Art Bonus e Turismo, di affidare, anche gratuitamente, strutture facenti parte del patrimonio culturale della regione per lo sviluppo di tutti i servizi connessi al così detto ‘turismo lento’ per la riscoperta – conclude Erriu – in particolare delle zone dell’interno”.

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