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La presentazione primaverile delle Raccomandazioni di Ravello Lab sbarca nella città sede della Capitale italiana della Cultura. Il direttore di Brescia Musei, Stefano Karadjov: “La ‘Capitale’ non è solo una grande festa con tanti eventi, ma è anche un luogo in cui si riflette sul ruolo della cultura e sulle politiche culturali”

Per la prima volta la Capitale italiana della Cultura sarà il palcoscenico da cui presentare agli operatori e alle istituzioni nazionali le Raccomandazioni di Ravello Lab – Colloqui internazionali, che ogni anno riunisce nel mese di ottobre i principali stakeholder delle istituzioni culturali per fare il punto sullo sviluppo a base culturale dei territori. L’appuntamento, organizzato nell’ambito di Open Doors 2023, sarà sabato 20 maggio a Brescia per illustrare i risultati dei due panel tecnici dell’edizione 2022 di Ravello Lab, coordinati da Pierpaolo Forte dell’Università del Sannio di Benevento e da Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento e dedicati al lavoro culturale e alla finanza per la cultura.

Interverranno alla presentazione: Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei; il Sindaco di Brescia; Alfonso Andria, Presidente Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e i partner di Ravello Lab, Federculture e Formez; E ancora: Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento, Pierpaolo Forte, professore ordinario dell’Università degli Studi del Sannio di Benevento e un delegato del Ministero della Cultura. Introduce e modera Aldo Bonomi, Direttore del Consorzio Aaster e editorialista de Il Sole 24 Ore.

La ridefinizione delle politiche pubbliche incentrate sul rapporto tra cultura, industria creativa e sviluppo dei territori trovano in questo modo una significativa piattaforma di diffusione proprio nella città che con la propria programmazione culturale e con l’innovativa governance dei musei da parte di Fondazione Brescia Musei, può contribuire in modo decisivo al far crescere la capacità competitiva futura delle economie italiana e europea sullo scacchiere globale. AgenziaCULT ha quindi intervistato il direttore della Fondazione, Stefano Karadjov, che fornisce la chiave di lettura di questa nuova iniziativa.

COME NASCE L’INIZIATIVA

Da dove prende le mosse questa idea? “Nella scorsa edizione di Ravello Lab – ricorda Karadjov – si è deciso di presentare, a cominciare da quest’anno, le Raccomandazioni nella città sede della Capitale italiana della Cultura dando, in questo modo, un suggello a quello che fu, ormai 15 anni fa, il dibattito proprio in seno a Ravello Lab e che poi portò all’istituzione della Capitale italiana della Cultura sul ‘modello di sviluppo ECoC – European Capital of Culture’. Questa potrebbe diventare una buona abitudine: che ogni anno la presentazione primaverile delle Raccomandazioni avvenga nella città designata a Capitale italiana della Cultura”.

CAPITALE DELLA CULTURA E POLITICHE CULTURALI

In questo modo, prosegue il direttore della Fondazione Brescia Musei, “si va a confermare il ruolo delle Raccomandazioni: essere proposte di governo del sistema della cultura di anno in anno aggiornate in base alle emergenze. Fare la presentazione nella Capitale della Cultura significa dare un senso vero al concetto di Capitale italiana della Cultura che non è solo una grande festa con tanti eventi, ma è anche un luogo in cui si riflette sul ruolo della cultura e sulle politiche culturali”. Cominciare da Bergamo e Brescia, designate dal governo in seguito al disastro del Covid, testimonia proprio come “la cultura possa essere uno strumento di rinascita. E grazie a una buona gestione della cultura questo obiettivo viene perseguito”.

SOSTENIBILITA’ E COMPETENZE: SI PARTE DA BRESCIA

E Brescia, in questi anni, è certamente diventata un esempio di ‘buona gestione della cultura’. Non a caso, la Fondazione Brescia Musei insieme al Comune di Brescia sono i principali attori di una nuova idea di governance della cultura museale: un modello che si basa su un forte rinforzo delle istituzioni non profit come le fondazioni e un modello che dà vita a un’istituzione civica senza che questa diventi sovrapponibile con le strutture di governo locale della cultura. “Proprio questo – conclude Karadjov – è uno degli elementi più vincenti in una nuova direzione che certamente deve tenere in grande considerazione le partnership pubblico-private. In questo senso, Brescia Musei – esempio nella capacità di creare tali partnership – ha fortemente beneficiato di questa sua autonomia di governance. Per questo, diventa estremamente importante che proprio quest’anno in cui Ravello ha affrontato i temi del lavoro culturale e della finanza culturale questo progetto parta da Brescia e dalla sua Fondazione che ha puntato moltissimo proprio sulla sostenibilità finanziaria e sullo sviluppo delle competenze”.

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