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Via libera della Camera alla proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione di Umbria Jazz. L’aula di Montecitorio ha dato l’ok al provvedimento con 333 voti favorevoli e 2 contrari, che ora passa all’esame del Senato. A votare a favore Fratelli d’Italia, Centro democratico, Civici e innovatori, Scelta civica, Alternativa popolare-Ncd, Articolo 1, Forza Italia e Partito democratico. Astensione, invece, per Lega Nord con Stefano Borghesi che ha motivato la decisione “non per il festival in sé ma per la mancanza di programmazione e visione di insieme del governo per appuntamenti come quello in voto oggi”. E del Movimento 5 Stelle: “Contestiamo, al di là della volontà di valorizzare festival musicali in Italia, la prassi consolidata di erogare contributi con lo strumento legislativo e sulla base dell’intervento personale dei deputati – ha detto Chiara di Benedetto (M5S) -. Ciò bypassa l’ordinario finanziamento Fus e determina con evidenza, problemi di equità e coerenza delle singole realtà. È necessario, invece, finanziare tali realtà che hanno i requisiti per accedere, tramite i Fus con un quadro normativo valido e chiaro per tutti”.

Prima del semaforo verde dell’assemblea, alcuni emendamenti presentati in Aula sono stati cassati: l’1.1 di Fabrizio Di Stefano (FI) che chiedeva di aggiungere anche la Deputazione teatrale “Teatro Marrucino di Chieti” tra le manifestazioni finanziate – giudicato non ammissibile da parte della stessa presidenza per estraneità del contenuto del provvedimento – e l’1.2 presentato da Marisa Nicchi, Luisa Bossa e Arturo Scotto (Articolo 1-Mdp) che modifica il comma 2 della proposta chiedendo che all’onere del milione di euro da stanziare per finanziare Umbria Jazz si provveda “nell’ambito del programma ‘Fondi di riserva e speciali’ della missione ‘Fondi da ripartire’ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”, anziché sul Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Su questa proposta di modifica, dopo il parere contrario della relatrice Anna Ascani e del governo, rappresentato dal sottosegretario Antimo Cesaro, la Nicchi, intervenuta durante la discussione, ha sottolineato trattarsi di “un’occasione persa per non aggiungere risorse ulteriori” soprattutto in considerazione del via libera della commissione Bilancio della Camera all’emendamento.

L’ordine del giorno accolto

Via libera anche all’ordine del giorno presentato sempre dalla Nicchi ma riformulato dal governo con il quale si impegna l’esecutivo stesso, compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica, “a incrementare e rendere, certe e stabili nel tempo, le risorse assegnate ai festival e alle rassegne di jazz” e “ad attuare tutte le iniziative utili volte a favorire la crescita della musica jazz e di qualità, e ad incentivare tra l’altro la musica dal vivo e l’impiego di giovani talenti, anche attraverso snellimenti burocratici troppo spesso eccessivi, e la riduzione di costi di gestione e di autorizzazione attualmente troppo spesso scoraggianti”.

Cosa prevede la proposta di legge

La proposta di legge ha come scopo quello di sostenere e valorizzare il festival Umbria Jazz, attraverso l’erogazione di un contributo annuale alla Fondazione di partecipazione Umbria Jazz – attualmente beneficiaria di contributi provenienti dal Fondo unico per lo spettacolo (Fus) – il cui scopo esclusivo, in base allo Statuto, è quello di assicurare la continuità della manifestazione. Più nel dettaglio, il provvedimento prevede un contributo per la Fondazione Umbria Jazz pari a 1 milione di euro dal 2017. L’intervento dal punto di vista normativo prevede una modifica all’articolo 2 comma 1 della legge 238/2012 che, al fine di sostenere e valorizzare i festival musicali e operistici italiani di assoluto prestigio internazionale, ha previsto l’assegnazione, a decorrere dal 2013, a valere su corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa relativa al Fus, di un contributo – qualificato come straordinario – pari a 1 milione di euro a favore di varie fondazioni (Fondazione Rossini Opera Festival, Fondazione Festival dei due Mondi, Fondazione Ravenna Manifestazioni e Fondazione Festival Pucciniano Torre del Lago. A questi si sono aggiunti Fondazione Teatro Regio di Parma e Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura). Il contributo è “straordinario” in quanto si aggiunge ad altre tipologie di contributi. Anche per la Fondazione di partecipazione Umbria Jazz il contributo disposto si configura allo stesso modo. Infatti, l’istituto è già attualmente finanziato (art. 25 del DM 1 luglio 2014, recante i nuovi criteri per i contributi allo spettacolo dal vivo) con contributi a valere sul Fus in quanto kermesse di particolare rilievo nazionale e internazionale, che contribuisce alla diffusione e allo sviluppo della cultura musicale, all’integrazione della musica con il patrimonio artistico e alla promozione del turismo culturale, anche con riguardo alla musica popolare contemporanea di qualità. In particolare, in base al D.D. 950 del 31 luglio 2015 (Riparto FUS Musica/Festival), sono stati approvati, fra gli altri, i progetti artistici della Fondazione per il triennio 2015-2017, con un finanziamento per il 2015 pari a 215.362 euro. Per il 2016, il D.D. 1405 del 7 novembre 2016 ha attribuito alla Fondazione 227.730 euro. Lo stesso articolo 1 della proposta di legge dispone, peraltro, che al relativo onere si provvede mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa relativa allo stesso Fondo unico per lo spettacolo. Il ministro dell’Economia e delle finanze è autorizzato, infine, ad apportare con propri decreti, le “occorrenti variazioni di bilancio”.

L’iter

La VII Commissione ha iniziato l’esame della proposta di legge – che vede come prima firmataria Marina Sereni (Pd) – il 9 febbraio 2017. Il 16 maggio 2017, recependo il parere espresso dalla V Commissione (parere favorevole con condizione l’11 maggio 2017 e prima ancora parere favorevole con osservazione il 5 aprile 2017 del Comitato permanente per i pareri della I Commissione), la stessa Commissione Cultura ha conferito mandato al relatore a riferire in Assemblea sul provvedimento, come modificato dai passaggi parlamentari.

Un po’ di storia

La prima edizione risale al 1973 e rappresenta l’unico festival italiano membro dell’International Jazz Festival Organization, che associa le sedici principali manifestazioni di settore nel mondo. Nel corso degli anni, inoltre, Umbria Jazz ha organizzato manifestazioni in tutto il mondo (Stati Uniti d’America, Australia, Brasile, Argentina, Giappone, Serbia, Sudafrica e Cina), in cui i musicisti italiani hanno avuto un ruolo da protagonisti che ha permesso loro di affermarsi ovunque come interpreti di una visione originale, legata alle tradizioni della musica italiana. “Era il 1973 quando l’Umbria Jazz Festival è stato costituito – ha ricordato la stessa relatrice nel corso della discussione sulle linee guida generali –. In quell’occasione non si sono calcate le scene, poi diventate famose, del Teatro del Pavone o dell’oratorio Santa Cecilia, né il palco dell’Arena Santa Giuliana. Il 23 agosto 1973 le scene dell’Umbria Jazz Festival erano il teatro naturale di Villalago a Piediluco e l’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, nelle cui file militava una giovanissima Dee Dee Bridgewater. Poi piazza IV Novembre a Perugia, dove si esibivano per la prima volta in Italia gli Weather Report. Un esordio che ha lasciato il segno, diciamo. Poi gli sforzi di Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz al quale va il nostro ringraziamento oggi, hanno fatto il resto non senza difficoltà. Sembrano cartoline da un’altra Italia, eppure è la nostra storia. Umbria Jazz ha dovuto combattere nei suoi primi anni e nelle sue aspirazioni di crescita contro il clima degli anni di piombo, gli espropri proletari e i problemi di ordine pubblico che hanno portato all’interruzione di concerti come Chet Baker o Stan Getz, jazzisti bianchi, quindi borghesi. Alcuni anni di interruzione del Festival e infine l’addio al progetto di un festival itinerante per l’Umbria. Umbria Jazz negli anni Ottanta diventa quindi stanziale e trova casa -almeno nella sua versione più nota, quella estiva – e la sua casa diventa Perugia. Non credo ci sia un perugino che non abbia mai sentito la propria città apostrofata in perfetto italiano pronunciato da americani da un palco di Umbria Jazz, in un Corso Vannucci gremito di persone. Infatti Umbria Jazz gradualmente prende la propria forma definitiva: concerti gratuiti in giro per le piazze del centro storico, che diventa un fiume di gente per almeno dieci giorni all’anno, e concerti a pagamento in luoghi dedicati, dai teatri cittadini all’Arena Santa Giuliana, poco sotto il centro storico, dove sono passati veramente tutti i grandi del jazz. Non a caso Umbria Jazz è l’unico festival italiano membro dell’International Jazz Festival Organization. Nomi come Miles Davis, Ornette Coleman, Sarah Vaughan, Art Blakey, Gil Evans, Gerry Mulligan, Chet Baker, Cecil Taylor e via dicendo, solo per citarne alcuni, si sono esibiti sul palco di Umbria Jazz e ora anche i jazzisti italiani girano per il mondo grazie all’Umbria Jazz, come hanno fatto dal 18 al 23 ottobre dello scorso anno in cui si è svolta la prima edizione di Umbria Jazz in Cina, nella capitale della provincia di Sichuan”.

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