Le Università straniere che hanno filiali in Italia dovranno inviare al Miur, entro il 30 giugno di ogni anno, l’elenco dettagliato degli insegnamenti impartiti e la lista nominativa degli studenti che li hanno frequentati nei dodici mesi precedenti. A prevedere questa norma è il ddl che reca “Norme per incentivare l’insediamento in Italia di istituzioni accademiche straniere”, attualmente all’esame della Commissione Cultura del Senato. Il provvedimento fissa alcuni paletti per gli istituti accademici esteri che vogliono introdurre sedi nel territorio italiano. Ad esempio gli insegnamenti e i corsi, che dovranno “aderire” il più possibile al nostro sistema artistico e culturale. Come? Dovranno avere “lo scopo esclusivo di consentire lo studio di discipline previste dal proprio programma didattico o di ricerca dei corsi di studio concernenti le scienze umane, umanistiche, politico-diplomatiche, le discipline giuridico-economiche e sociali, nonché il patrimonio artistico, architettonico, monumentale, archeologico, storico, linguistico, sociale, turistico ed ingegneristico italiano, attraverso il diretto contatto con detto patrimonio”. Inoltre, le Università straniere “impartiscano soltanto insegnamenti per corsi di studio il cui svolgimento non oltrepassi i dodici mesi e siano attinenti alle discipline” elencate sopra.
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