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Alcuni musei hanno avuto perdite di “centinaia di migliaia di euro a settimana”, afferma ad AgCult il segretario generale della rete europea puntando i riflettori sull’impatto della crisi sul futuro delle istituzioni culturali

I musei europei hanno bisogno di sostegno economico adeguato, investimenti nella digitalizzazione e maggiore preparazione alle crisi. A sottolinearlo è Nemo, la rete delle organizzazioni museali europee, che dall’inizio del lockdown ha condotto un sondaggio per esaminare come l’emergenza Coronavirus ha influito sulle istituzioni culturali europee. “Abbiamo ritenuto necessario documentare e analizzare l'impatto della situazione sui musei in Europa”, afferma ad AgCult Julia Pagel, segretario generale di Nemo, anticipando alcuni dei risultati del sondaggio. La maggior parte delle risposte sono arrivate da Austria, Germania e Spagna mentre dall’Italia hanno dato il proprio contributo 33 musei.

PERDITE FINANZIARIE E DIGITALIZZAZIONE

Un dato “molto preoccupante” riguarda le casse dei musei: “Mentre alcuni hanno avuto un impatto minimo sul budget, altri – in particolare i musei più grandi e quelli nelle zone turistiche – hanno riportato una perdita di reddito settimanale del 75- 80%, centinaia di migliaia di euro in meno”, prosegue Pagel sottolineando che questo “potrebbe non avere un impatto immediato sul funzionamento del museo, dal momento che la maggior parte ha riferito di non aver ancora dovuto licenziare personale, ma lo avrà sicuramente in futuro, per quanto riguarda nuovi progetti e iniziative speciali, e il lavoro con liberi professionisti e volontari”. Ma dal sondaggio emergono anche notizie positive: “Abbiamo visto risultati che ci indicano opportunità digitali per i musei, al fine di raggiungere un nuovo pubblico e aumentare la visibilità in questa situazione, nonostante la chiusura. Quasi la metà dei musei – ricorda il segretario generale di Nemo – ha aumentato il numero di visitatori digitali fino al 100%. Se si pensa che oltre l'82% degli europei è online (il 75% è presente sui social media), ma solo il 42% ha visitato un museo almeno una volta l'anno scorso, la situazione attuale offre ai musei la grande opportunità di avere un nuovo pubblico”.

OLANDA SORVEGLIATA SPECIALE

“Rispetto ad altri paesi del mondo, i musei in Europa – oltre il 50% di proprietà statale e una porzione molto più ampia almeno co-finanziata dallo Stato – se la stanno cavando relativamente bene nonostante le enormi perdite che devono affrontare”, anche se “mi preoccupa leggere il rapporto dell'Associazione dei musei olandesi, che calcola la perdita di entrate legate al pubblico per i musei a 10 milioni di euro a settimana. Un calcolo dell'impatto mostra che il rischio che un quarto dei musei fallisca in futuro è significativo”, riflette Pagel.

DAL SOSTEGNO ECONOMICO ALL’IMPEGNO NEL DIGITALE

La rete delle organizzazioni museali europee chiede quindi “un sostegno adeguato fornito da organismi europei, nazionali, regionali e locali per mitigare le perdite dei musei di tutta Europa, per garantire gli stipendi del personale e continuare gli investimenti in progetti su larga scala”, continua Pagel. Nemo, inoltre, esorta i governi nazionali “a investire nel patrimonio culturale europeo in futuro riconoscendo che l'impegno nel digitale ha dimostrato il suo valore nelle ultime settimane unendo le persone, incoraggiando la creatività, condividendo esperienze e offrendo un ambiente virtuale per costruire idee”. Questo riconoscimento, secondo il segretario generale di Nemo, “dovrebbe essere tradotto in investimenti per offerte digitali, servizi e infrastrutture. Inserire attività digitali e impegno nell’audience come fattori di successo nei quadri di valutazione si sta dimostrando sempre più importante”. I musei, infine, sono ormai “obbligati a lavorare su una maggiore consapevolezza delle crisi, su una preparazione a esse e sui metodi di risposta in futuro, compresi piani di emergenza sia per i processi di lavoro pubblici che interni”, conclude Pagel.

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